Time passes by… Gennaio – Febbraio 2012

5 de fevereiro de 2012 Deixe um comentário

Gennaio 2012 è il mese dei cambiamenti, dove il vecchio e il nuovo si trovano e si scontrano: incontri nuovi e vecchie conoscenze, lavoro vecchio e nuove prospettive, nuove vacanze e posti già visti, stesse persone e posti nuovi.

Ora più che mai ho bisogno di vedere un po’ più in là. Invadenti fantasmi del passati si mettono sulla mia strada… sembrano non volersene andare e… forse nella mia testa ancora non se ne sono andati.

Aspetto di ricominciare. Ora è stato più un lasciar passare, lasciare che le cose vadano al posto giusto, lasciare che la vita si addormenti un attimo per dare spazio al divenire di ogni cosa.

Pensieri e parole: inutili.

Felicità e malinconia per un attimo, non capisco. Guardando le montagne il mio pensiero a chi non è più con me ma forse mi sta guardando e mi protegge.

L’Irlanda con i miei amici: che carina Dublino, e la Guinness? Che spettacolo la vista dall’ultimo piano sulla città soleggiata (quasi incredibile). Da est a ovest verso l’atlantico, verso la libertà, verso il vento.

La Germania con Alessio. Un posto tra i più belli in cui io sia mai stato. Una sensazione di serenità e relax. Finally. Il tutto farcito con neve fresca e freddo: finalmente, non vedevo l’ora. Un capitolo spero chiuso. E Monaco con Valentina: che bello è stata rivederla e svegliarsi la mattina con la neve e dappertutto.

Per finire, una gita fuori porta con la mia famiglia, come da tanto non succedeva. Una settimana per stare un po’ insieme, per rivedere Corinna e risentire ancora un alito di America sul collo. Le splendide Dolomiti,il tranquillo Auronzo di Cadore, Cortina, il lago di Misurina e una settimana con un po’ di sole e qualche nuvola… e tanto tanto freddo (-20°C). Torniamo a casa accompagnando Corinna a Bergamo. Io e Matteo, la strada innevata, le macchine in coda, la neve che scende copiosa. Domani si comincia il lavoro nuovo.

Quel febbraio 2011 dove tutto è iniziato ed è andato via via scomparendo, ma l’importante è che quelle poche cose, davvero importanti ci sono sempre…

Tangled up: in mezzo a due anni

13 de janeiro de 2012 Deixe um comentário

Forse è vero che se è successo è perché doveva andare così, forse è perché l’ho fatto che tutto quello che avrei fatto in fondo non ha senso pensarlo ne immaginarlo, forse è giusto che ogni cosa segua il suo continuo divenire e le cose cambino, si modificano.

Oggi però mi sembra tutto fermo, come se qualcuno avesse fermato il tempo. Felice nella mia quotidianità, ma stranito da questa routine.

2012: chissà. Come al solito tanti progetti e novità in arrivo.

Ridiamo giocando a tabù in una sera che di vecchio ha solo un numero in meno nell’ultimo numero.

Un bicchiere di troppo, una camminata nella notte…

Tutto che passa e continua davanti a noi: non c’è tempo di guardare indietro, non più…

E un’altra fetta di torta, uno sparo nel cielo stellato, in una notte non troppo fredda…

Categorias:Pensieri

Novembre tra il compleanno di Matteo e una cena sicula

17 de novembro de 2011 Deixe um comentário

Ed eccoci al compleanno alla corte dei Maghi a Erba del Matteo… 27 anni. La torta è arrivata un po’ in ritardo, ma era buona: c’erano più torte che persone!!! 27esimo compleanno… incredibile, quanti anni sono passati!!!

Cena sicula a casa del Paolo: Paolino ha preparato tutto. C’erano arancini, nero d’avola, cous cous ai frutti di mare, melanzane e un dolce tipico con pistacchi. Il tutto accompagnato dallo zibibbo. Ottimo direi, bravo Paolo!

Categorias:Pensieri

Un giretto a Milano e fuori porta a Rimini chez Corinna

16 de novembro de 2011 Deixe um comentário

30/10/11: Per Halloween ci siamo ritrovati a Milano con i nostri ex coplleghi. Corinna è salita a Milano da Rimini, Arianna è venuta da Padova, Elisa già di Milano e Alessio… beh, ci vediamo molto spesso. Preso il treno alle 13.38, per quelli che le Ferrovie Nord non sono più abituati che ci mettano un 1 ora e mezza per arrivare a Milano, il vaiggio è stato lungo… Alessio è arrivato alle 15.05 e nel frattempo la polizia ha visto bene di fermarmi: ma non ci sono in giro deliquenti per le strade? Dovete venire a chiedere i documenti alla gente che si ferma in stazione ad aspettare gli amici? Whatever. Quindi abbiamo camminato per circa 30 minuti fino alle Colonne di San Lorenzo (che carino, non c’ero mai stato) e sono quindi arrivate le nostre amiche dei castelli delle fiabe… Abbiamo portato un po’ di Epcot a Milano. Ci siamo seduti e abbiamo preso un the, chi un caffè, chi un cappuccino. Abbiamo parlato e abbiamo ricordato il tempo in Florida… tanti bei ricordi e qualche ricordo invece un po’ più amaro. Siamo stati bene, ci siamo aggiornati e… programmato il nostro weekend a Rimini per il prossimo weekend. Ci salutiamo… mentre Corinna, ci vediamo giovedì! Ciao Eri e Ari

03/11/11: Tutto pronto per partire per Rimini. Parto da Canzo per passare da Cusano e… dopo 3 ore siamo sulla riviera romagnola… RICCIONE, sorry, Rimini. Alessio mi prendeva in giro perchè parlavo con il navigatore e con la R moscia… non sto a spiegare, tanto già starai ridendo, maledetto. Arriviamo, passando per vie e viette alla casa della Co, un altro nome che comincia per R… ma facciamo apposta??? Carinissima! Entriamo, ci fa vedere il nostro posto e usciamo con la Licia: aperitivo in centro. Incontriamo Licia: parliamo di tutto un po’, poi entriamo in una mezza discussione, nulla di che, o comunque nulla che ha importanza di essere menzionato. La serta passa veloce. Salutiamo Licia e andiamo a prendere un cassone, una specialità tipica insieme alla piadina. Chiedo alla Co se ci porta a Riccione: sorry OFF LIMITS! Andiamo a vedee una partita di basket e conosciamo alcuni suoi amici. QUindi un giro in spiaggia, la notte, il mare, non fa freddo, si sente l’odore che sale su per il naso, una via deserta, un giro sul nuovo molo. Torniamo verso casa, non lontano da lì. Unica pecca, qualche ora prima un gattino mi è passato sotto la macchina. Domani accendiamo un cero. Notte… o come si dice con la cadenza romagnola? 😉

04/11/11: con il suo dolce peso (e il mio) – stiamo parlando di Alessio – ha rotto le doghe del letto: ben 3 se ne sono staccate… io direi che è un segno!!! Non ci posso credere… cavolo, ma sono solo 5kg, non 50!!! Aspettiamo che la principessa sul pisello si svegli e ci prepara la colazione. La mamma e il papà della Corinna sono fenomenali: ieri ci hanno detto che se ci svegliavamo, potevamo fare come se fossimo a casa nostra e prendere quello che volevamo. Ma scherziamo: un milanese e un brianzolo? La confidenza la prendiamo coi giorni… il primo giorno facciamo i timidi! QUindi facciamo colazione con dell’ottimo latte e caffè (con fruttosio) e Ale si è sgranocchiato 6 toast… o forse 7!| QUindi abbiamo preso l’auto e siamo andati in centro. Corinna ci faceva da Cicerone: la ragzza è ben preparata, ha un futuro! Siamo passati sul ponte di Tiberio (aiuto, non mi ricordo!), poi siamo andati tra edifici e monumenti storici fino a quello che sarebbe stato il Duomo voluto da Sismondo Malatesta (lo sapevate voi che erano la famiglia di Rimini… io certamente, vero Ale?). Quindi siamo tornati verso casa dove abbiamo mangiato con i famigliari e abbiamo conosciuto il cugino della Co. La nonna ci ha inoltre preparato degli ottimi cassoni:nonna Botteghi make the best cassoni. Il pomeriggio siamo andati a prendere un famoso Architetto riminese (Botteghi mi stupiscono le tue conoscenze!) e ci siamo recati a San Marino: che spettacolo! Un città sulla rocca, un piccolo gioiellino sopra la collina: che bella città. Quindi siamo scesi verso le 6 dopo una bella cioccolata e lo spavento che ci avessero preso la macchina. Torniamo dalla Corinna a mangiare. Incontriamo Edoardo, il fratello. Un ingegnere che studia a Bologna: sveglio il ragazzo. Abbiamo parlato del più e del meno e poi siamo usciti. Prima siamo stati al Lavatoio con delle amiche della Co e poi siamo andati in piazza dove c’erano un sacco di ragazzi. Siamo rimasti lì per un po’ e dopo qualche chiacchiera siamo tornati a casa.

05/11/2011: ultimo giorno in Emilia Romagna… e siamo partiti bene: visita a Santarcangelo con 2 amiche della Botteghi. Il paese delle corna… fantastico… e qui chiuso la parentesi. QUando siamo arrivati al paesino, loro si sono prese un cappuccino, noi un prosecco. Abbiamo fatto un giro della cittadina, poi siamo tornati a casa per pranzo. 4 parole a tavola e un uscita a vedere la darsena di giorno… piove, sono ormai le 4, la mamma della Co ci offre un the. E’ stato un piacere conoscervi, grazie di tutto, vi aspettiamo a Milano… Corinna, vediamo di organizzarci, altrimenti ti veniamo a prendere. Grazie di tutto. Torniamo verso casa, piove, ascoltiamo la musica… i fari delle macchine nello specchietto, un cartello che segna quanti km mancano a Milano…

Categorias:Intrattenimento

Ottobre… quando tutto sembra tornato uguale…

2 de novembro de 2011 Deixe um comentário

Ad un certo punto, ritornato nella tua vita di prima, ti fermi e pensi ‘ma io cosa provavo in quel momento? In quel preciso momento’… ci pensi, cerchi di ritrovare la sensazione, i pensieri, i sorrisi o le paure… ma non sarà mai lo stesso, non sarà mai uguale perchè ogni momento diventa unico. Quando cerchi di capire perchè ridevi o piangevi, hai annullato quel momento perchè pensandoci annulli tutte le emozioni.

Ottobre, un mese un po’ strano, quasi un mese di passaggio dopo un settembre quasi anonimo e non particolarmente interessante. Nuove verità (o nuove bugie), non le mie, ma quelle degli altri e poi… tutto cambia, è diverso e ti devi riabituare.

Non è male tornare per un po’ al passato. Dopo un paio di mesi a casa si ricomincia a lavorare. Si ricomincia a fare quasu le stesse cose, cominciando a capire cosa di più si vorrebbe… o forse no. Crisi totale.

Compleanno di Barbara: tutti alla Cantina a Lentate. Ci siamo divertiti e siamo stati tutti insieme. Compagnia e tante risate… Una foto insieme, click, come non ne avevamo da tanto tempo. Poi il giorno dopo, tutti al Masigott.

Halloween: Ippodromo di Milano copn Alessio e i suoi amici. E’ stato carino e divertente. Una serata diversa: un po’di trucco per sembrare un teschio, matita nera e… un perfetto zombie. La festa era un casino: un sacco di gente, anche ubriaca che ti ferma per strada. Qualche informazione e qualche parola scambiata velocemente. Dentro un casino. Un po’ ballato, un po’ girato e poi… alle 4 ero a casa.

Alla prossima… next stop: RIMINI

Categorias:Pensieri

Una vacanza in Trentino Alto-Adige

29 de julho de 2011 Deixe um comentário

Dall’America, a Parigi, al Trentino Alto-Adige… direi che quest’anno non c’è proprio pace.

Tutto è cominciato quando Alessio mi ha invitato a passare 10 giorni in montagna… ma perché no? Aria pulita, in mezzo alle montagne, a fare delle belle camminate. Io ci sto. E allora si parte.

Una valigia piena di tutto quello che mi serviva: pantaloncini corte, magliette, giacca a vento, pantaloni lunghi. In montagna non si sa mai.

Era il 4 luglio. Scendo a Seveso, saluto Ambra che era tornata da Orlando per il matrimonio… e riscendo a Cusano Milanino. Carichiamo tutto in macchina e si parte. Abbiamo cercato di evitare il traffico delle 5 e ci siamo riusciti perfettamente. Dopo circa 2 ore e 40 eravamo arrivati. Villa Rendena. La nonna Maria ci stava aspettando. Un bell’appartamento al secondo piano. L’atmosfera tranquilla e l’aria fresca di montagna.

In questi 10 giorni, siamo andati a camminare, Alessio mi ha portato a Trento e poi a Riva del Garda. Rifugi e cime e l’ultimo giorno abbiamo anche preso l’acqua. Dighe, sentieri e non abbiamo incontrato neanche un orso… per fortuna! Siamo anche stati a Pinzolo, dove c’era in ritiro l’Inter che arrivava proprio in quei giorni. Alessio mi ha portato anche al campanile sommerso in Sudtirol… alla fine del viaggio eravamo esausti… ma ne è proprio valsa la pena. Nel tornare indietro ci siamo anche fermati a Bolzano!!! Insomma, ne ho viste di cose e ne abbiamo fatto di cose insieme.

Una bella vacanza, passata in un lampo. La nonna Maria cucinava sempre per noi e quando arrivavamo era già quasi tutto pronto.

Sole per 9 giorni, risate e la voglia di rilassarsi… se poi c’è anche il tuo amico, il mix perfetto. Dimenticavo: niente internet per 10 giorni. Sopravvissuti.

Il 14 luglio si scende verso casa. Non troppo tardi. Voremmo evitare tutto il traffico, di nuovo. Vacanza finita. E siamo a metà di questa estate… davanti a noi il viaggio per la Norvegia… ma abbiamo tutto pronto??? Chissà.

Grazie Ale, che bella vacanza! E grazie anche alla nonna Maria che il 15 luglio compiva gli anni.

Paris, quattro giorni in Francia con i nonni

14 de julho de 2011 Deixe um comentário

Prenotato l’aereo e l’albergo dalla Florida a gennaio, siamo partiti il 26 giugno da Malpensa. Un giro al Novotel Malpensa e alle 9.40 eravamo in aeroporto tutti al completo. Special guests: nonna Claudia e nonno Amedeo. Il gruppo era costituito da me, Laura (mamma), zia Renata, zio Gianni, Andrea.

Easyjet fino a Charles de Gaulle. Alle 13 siamo atterrati, ma per scendere dall’aereo ci abbiamo messo un sacco! Quindi abbiamo camminato fino alle RER e dritti verso Parigi. Direzione: aparthotel a Buttes Chaument.

Un bell’appartamento per 6 persone, abbastanza vicino al centro. Lì incontriamo Paolo che stava a Parigi da circa 6 mesi (per questo la scusa per andarlo a trovare e di portare i nonni).

Abbiamo lasciato le valigie e alle 15.30 eravamo già in giro per la ville. Museo d’arte Moderna George Pompidou, il Ponte Nuovo, Notre Dame e La Senna. Faceva un caldo allucinante: quanto bere che abbiamo fatto. Erano ormai le 7 e su consiglio di Paolo siamo andati a mangiare la pizza in un ristorante vicino alla fermata Guy-Moquet. Alle 11 eravamo a casa: stremati, ma contenti del giretto.

Sveglia alle 8. Io e la zia Renata scendiamo al Simply, un supermarket sotto casa, prendiamo le cose per la colazione. Latte, nescafé, brioche e una cassa d’acqua. Usciamo verso le 9 e metro per il Louvre.

Erano sempre lì, come me le ricordavo: le bellissime piramidi di vetro nella piazza di fronte al Palazzo Reale. Poi una passeggiata nei Giardini di Tuilleries e sbuchiamo su Place de la Concorde: la rampa di lancio per gli Champs Elysees. Si fermano a prendere il caffè e cominciamo la camminata sul viale più bello e caratteristico di Parigi. Sullo stesso viale il ristorante dove lavorava Paolo. Ci siamo fermati a mangiare in un McDonald, la prima volta al Mc per i nonni. La nonna Claudia un happy meal e il nonno un 280g. Continuiamo la camminata fino all’Arc de Triomph, quello fatto costruire da Napoleone. Quindi giriamo in direzione Tour Eiffel. Quando arriviamo alla Torre eravamo stanchi e tutti sudati, un peu d’eau, svp (un po’ d’acqua, per favore!). Le nostre spese per le bevande erano sempre alte: 8 bottiglie prese nei baracchini in giro per Parigi! Un salasso!

Arriviamo sotto la Tour: la nonna e il nonno la guardano affascinati.

Alle 3.30 riprendiamo la metro per andare a conoscere lo chef di Paolo. Alle 5 eravamo tutti stanchi: si torna a casa, fa troppo caldo e poi abbiamo camminato parecchio. Compriamo la pasta al supermercato sotto casa e ci rilassiamo un po’. Si parla, si ride e si scherza: pasta con sugo di zucchine, carote, patate e alici, latte condensato (per me) e caffè. Alle 10.30 siamo tutti a letto con gente che dorme beatamente sul divano.

La mattina dopo doveva essere una sorpresa per i nonni. Disneyland Paris. Io ero riuscito a recuperare dei pass free da Disney Florida e grazie alla mitica Stefy, siamo riusciti ad entrare tutti quanti. La Stefy, il suo moroso e Olivier sono stati fenomenali: ci hanno fatto salire sulle giostre e ci hanno portato agli spettacoli più belli. Poi ci hanno salutato che erano ormai quasi le 2. Noi abbiamo girato un po’ e alle 5 abbiamo cercato di prendere il trenino che girava per il parco: disastro, abbiamo perso 2 ore.

Presa la RER per Parigi, alle 7.30 eravamo a Montmatre. Siamo saliti fino alla basilica e un salto al Moulin Rouge, passando per Pigalle non poteva mancare. Panini per tutti e avanzi del giorno prima: meglio delle cene di Luigi XIV!!!

Un taxi alla mattina ci è venuto a prendere. L’aereo alle 9 ci ha riportati a Malpensa.

Un bel viaggio tutti insieme: la meraviglia e la novità che si sposano con l’esperienza e la soddisfazione che tutto sia andato anche meglio del previsto…

Au revoir Paris…

Categorias:Viaggi

7 giugno 2011 – La partenza… e 8 giugno il ritorno

21 de junho de 2011 Deixe um comentário

Ambra e Mary a salutarmi in aeroporto. Mary se ne va. Ambra rimane fino alla fine. ‘Ci vediamo tra 20 giorni’ le sussurro all’orecchio. Comincia il mio ritorno.  Salgo sull’aereo. Guardo qualche film, mi addormento.

Quando mi son svegliato non sapevo bene che ore fossero, come mi ero addormentato e quando. Ricordo che ad un certo punto ho spento tutte e tre le televisioni e mi sono sdraiato su tre sedili. Quando mi sono svegliato ero molto stanco. Qualsiasi ora fosse, non avevo dormito abbastanza.

Mi metto a guardare un po’ di tv. Ora locale le 8. Adesso dovrebbero portarci la colazione.

Alla fine la colazione è arrivata alle 9.30. Ero un po’ preoccupato perché l’aereo era in ritardo di 40 minuti e avevo solo 45 minuti per fare i cambi e passare dall’immigrazione.

Alle 10.30 la voce del capitano ci ha informati che eravamo vicini a Parigi e avremmo cominciato le manovre di atterraggio a poco. Io avevo naso e orecchie che non mi davano pace. Maledetto Alessio, mi hai passato tu tutta questa roba!

Piano piano siamo scesi con il bestione. Atterraggio ore 11.45 però l’aereo per Milano era in ritardo di 10 minuti.

Scendo con il mio bagaglio a mano (strapesante) e corro per prendere l’aereo per Milano. Uscita F22, dall’altra parte… e devo ripassare il metal detector. Attraverso mezzo aeroporto e quando arrivo ai controlli c’era la coda e volevano che tirassimo fuori tutto. Incredibile quanto siamo disorganizzati: ma cosa s dovrebbe far esplodere qui in Francia??? Tolgo e apro tutto, speriamo di non aver perso nulla. Scendendo le scale controllo che cui sia tutto… la mia macchina fotografica??? Eccola, per fortuna!

Prima di prendere l’aereo ho scritto a Matteo che doveva venirmi a prendere. Salgo sul bus che mi porta al gate. Qualche voce d’italiano, qualche accento strano… è proprio finita.

Intorno a tutto si ferma per un secondo. È proprio tutto vero? È davvero passato un anno? Conto i giorni e i mesi… i ricordi si succedono nella mia testa: un flash, poi un altro e un altro ancora. Che bello. Un timido sorriso che si riflette nella plastica del bus. Mi riprendo dai miei pensieri…

Un nuovo rombo di motori: questo è un altro decollo. Mi concedo 2 ore di sogni ad occhi aperti. ‘Arrivo previsto a Milano per le ore 2.35’ dice la signorina in 4 lingue diverse.

Fuori dal finestrino Milano Malpensa.

Recupero i bagagli, esco e chiamo mio fratello ‘Sono qui, uscita 3’ mi dice. Avevo le mani che mi si staccavano dai polsi: maledetto a me e  quel giorno che ho messo così tanta roba.

Abbraccio mio fratello dopo più di un anno. Direzione casa… la vera casa.

Ma la parte più bella arriva adesso. La sorpresa. A parte Matteo e Lorenzo nessuno sapeva del mio arrivo. Primo a vedermi mio papà: un sorriso sorpreso. Seconda mia mamma: una gioia inaspettata. Poi mia nonna Claudia e mia zia: ‘ma cosa fai qui Davide? Sei sempre quello delle sorprese!’. In ospedale mia nonna Teresina: ripete il mio nome 100 volte e mi diceva che la prendevo in giro. Poi vedo Barbara quella sera e nei giorni successivi mi rivedo con tutti i miei amici.

Oggi si chiude un altro capitolo della mia storia, quella che scrivo io, la mia e di nessun altro. Ancora un po’ di più, ancora un po’ più a fondo… E mi giro indietro per cercare qualcosa: non so se l’ho perso o semplicemente non lo trovo, non so nemmeno se lo sto cercando… non so nemmeno cosa sto cercando.

Un sospiro profondo. Bentornato a casa.

Categorias:Pensieri

Un giretto sul Golfo del Messico – Sanibel, Captiva, Ft. Lauderdale e Miami

21 de junho de 2011 Deixe um comentário

4 giugno 2011 – Partenza per Sanibel e Captiva

Ci siamo svegliati con calma. Alle 8.30 eravamo da poco in piedi. Mary ci ha preparato la colazione. Cappuccino e pancake con il cioccolato fuso in mezzo. Un buon inizio direi! Quindi abbiamo cominciato a sistemare un po’ le nostre cose. Ale era taciturno e un po’ malaticcio. Sistemo la mia valigia, o meglio cerco solo di chiuderla: dopo averla aperta 600 volte per capire cosa mi serviva, ero assolutamente sconsolato. C’era dentro un macello. Alle 10.30 eravamo pronti per partire. Usciamo e passiamo ad un benzinaio. Paghiamo con i soldi della cassa comune che facevo con Alessio quando vivevamo insieme: erano avanzati 25 dollari. Che malinconia!

Impostato il navigatore per La Quinta Sanibel gateway. Ore d’arrivo prevista 13.

Dall’autostrada si passa ad una strada a due corsie in mezzo ai paesini, molto pittoresca. Ci fermiamo ad un McDonanld, qualcuno ha fame.

Per fortuna Ambra ci aveva lasciato il suo cavo aux e ascoltavamo l’ipod. Davanti a noi pali del telefono e grandi fattorie. Ad un certo punto ricomincia la civiltà. Siamo vicini a Fort Meyers.

Arriviamo e ci siamo riposati un attimo. Fuori faceva un caldo. Così abbiamo lasciato le nostre cose e siamo usciti. Erano circa le 2.30. ‘E se stasera andassimo a mangiare cinese’, mi dice Ale. Allora chiediamo ai commessi del Wallgreen dove c’era un Cinese’.

Erano le 4 quando ci siamo diretti verso Sanibel e Captiva. Paghiamo il pedaggio di 6 dollari (ladri) e cominciamo a girare l’isola. Ad un certo punto il cartello che diceva ‘Attenzione attraversamento tartarughe’… seriamente? Cercavamo parcheggio, tutti a pagamento. E paghiamoci questi altri 2 dollari di parcheggio.

Facciamo un giro in spiaggia, si parla del più e del meno e trovo una fantastica conchiglia perfettamente conservata… forse siamo su una spiaggia privata… meglio tornare indietro. Qualche foto al faro e attenzione, per terra ci sono delle palline che pungono! Il sole era caldo anche se ormai erano le 6. Facciamo l’ultimo bagno nel Golfo del Messico e speriamo che il costume si asciughi prima di domani, altrimenti viaggio bagnato. Qualcuno dice che stanno arrivando dei delfini o che li vede in lontananza… speriamo che non siano squali! Quindi ci dirigiamo verso Captiva, il proseguimento dell’isola di Sanibel. In fondo davanti a noi il sole sta quasi tramontando. Muoviamoci che ci fermiamo in qualche spiaggia a vedere il tramonto. Siamo rimasti a vedere questa palla di fuoco rossa essere inghiottita nel mare. Il cielo rosso, rosa e arancione e… poi ad un tratto sparito, cominciava a farsi buio.

Decidiamo di tornare indietro, facciamo 5 dollari di benzina e prendiamo una fantastica coca al distributore della Hess. Direzione Ristorante Cinese. Avevamo già la lista delle cose che si potevano ordinare, l’avevamo presa prima così eravamo già pronti. ‘Io ordinerei tutto!’ dico ad Alessio. Lui ride, ma era come per dire ‘beh, anche io ho fame! Ordiniamo tutto!’. Quando siamo entrati abbiamo cominciato con le ordinazioni. Non contenti andiamo al Publix di fianco a prendere da bere. Poi ci vediamo davanti una invitantissima brownie. ‘Non vorremmo mica lasciarla lì’. Andiamo per prendere il cinese e il ragazzo che ha preso le ordinazioni ci rifila un sacchetto che pesava almeno 10kg… 10kg di cibo cinese! Noodles con vegetables e shrimps, pollo all’arancia, riso, ravioli al vapore e gamberi… più o meno ci siamo.

Quando arriviamo in albergo ci buttiamo su tutte queste leccornie. Dopo aver mangiato ravioli, gamberetti, mezza confezione di noodles… io ero pieno. Il tutto condito con della coca cola che gonfia e un ottimo dolce per finire il tutto.

5 giugno 2011 – L’arrivo al the Forum e Pompano beach

Stamattina ci svegliamo presto. Per arrivare dall’altra parte, a Ft. Lauderdale ci vogliono circa 2 ore. Andiamo a fare colazione. Alessio sempre con quelle frittelle che mi ricordano I-Hop. Colazione leggera dopo tutto quello che abbiamo mangiato ieri sera.

Facciamo le valigie e via ancora in macchina. Prendiamo la brownie e ci mettiamo la coca in bella vista nel porta bevande… che mondo sarebbe senza coca cola! Prendiamo la 17 south e andiamo dritti… vi chiederete che differenza fa con tutte le strade che abbiamo fatto finora? Effettivamente! Faceva un caldo infernale. Ad un certo punto Alessio mi dice che non ci sarebbero stati benzinai per le prossime 50 miglia. Penso che dovremmo farcela, avevamo fatto giusto 10 dollari pochi km prima. Quindi proseguiamo per la nostra strada. Tutto tranquillo se non fosse che dopo circa 40 miglia cominciamo a vedere che la lancetta della benzina è abbastanza vicino alla E di Empty. Dopo diversi km vediamo una specie di cartello… come l’acqua nel deserto, un benzinaio! La benzina era cara come il fuoco, ma questo offriva il mercato. Uscendo ci siamo fermati sulla destra e ci siamo mangiati il cibo cinese avanzato ieri sera… avevo proprio fame.

Poi tutto tranquillo. Avevamo impostato nel navigatore la via che c’era scritta sulla prenotazione. Peccato che siamo finiti in un complesso di case private. Non avevamo i fogli, non avevamo internet e la batteria del pc era esaurita: e adesso cosa si fa? Allora ci mettiamo a giocare con il navigatore. Proviamo ad inserire un’altra cosa. Ci dà altre indicazioni, seguiamo.

Trovato!!! Quando siamo arrivati mi sono ricordato il nome dell’hotel, The Forum. Entriamo nel parcheggio e vediamo un sacco di persone di colore che escono dall’albergo. Io ed Alessio ci guardiamo e ci chiediamo dove eravamo finiti. La gente continua ad uscire. Siamo finiti in qualche circolo religioso. Parcheggiamo la macchina e facciamo check-in. Quando facciamo per prendere l’ascensore notiamo che sopra alla pulsantiera c’erano tutti gli orari delle messe in tutte le religioni possibili. Alessio mi guarda e con quel suo sorrisino mi dice ‘Chissà come sarai contento!’. Passiamo un corridoio che sembrava molto il corridoio di un ospedale e arriviamo ad una porta che si apre solo con la chiave della camera. Una porta magnetica. Entriamo in una specie di salone con delle poltrone e banchi circolari che andavano intorno a tutta la stanza. Spaventoso!

Le donne delle pulizie stavano lavorando. La nostra era la 4104. Passa la carta e si apre la porta. La camera era carina, spaziosa. Il bagno era un po’ piccolino, ma quell’atmosfera del corridoio e della sala fuori dalle camere mi aveva messo un po’ d’ansia. Restiamo un po’ in camera per lasciare passare le ore più calde e nel frattempo ci abbuffiamo con il cibo cinese che era rimasto… che direi non era poco. Alessio non mangia molto ‘Che c’è? Stai male?’.

Decidiamo di andare verso la spiaggia, ma prima cerchiamo un benzinaio. Arriviamo in un posto che non prende neanche una carta di credito. Fantastico! Pago in cash. Quindi seguiamo per le spiagge. Arriviamo a Pompano beach e cerchiamo parcheggio Wallgreen a prendere del cioccolato e parcheggiamo in un posto vicino alla spiaggia. Erano ormai le 4.30. Andiamo in spiaggia e ci mettiamo al sole… che caldo. Vado a fare un bagno e poi va Alessio: avevamo tutte le nostre cose ed era meglio che qualcuno sorvegliasse.

Prendiamo un po’ di sole e facciamo un giro per la spiaggia. Andiamo sul molo e alle 6.30 torniamo verso la macchina. ‘Perché non andiamo a fare un giro verso quel faro che si vede in fondo?’. Alessio acconsente, ma quando arriviamo era tutta proprietà privata. Quindi rientriamo in hotel.

La brutta sorpresa. Sto cercando le mie cose per lavarmi e mi accorgo che avevo lasciato la mia borsa bagno nell’altro albergo. Faccio mente locale per ricordarmi cosa avevo dentro. Forse nulla di importante, ma chiamo subito. La signorina mi dice che non sapeva perché l’housekeeper arriva domani mattina dopo le 10. Cosa faccio? Che disastro! Alessio mi dice che quando avevo staccato la spina del pc avevo dimenticato anche l’adattatore. A posto. Cerco di capire cosa sia meglio fare, ma poi non so neanche se l’hanno trovato… è inutile che mi faccio i film.

Decidiamo di uscire a mangiare qualcosa verso le 8. Ci dicono di andare verso Ft. Lauderdale a Riverside. Quando arriviamo c’era una specie di festa. Andiamo a mangiare qualcosa al McDonald. Niente di speciale questa Ft. Lauderdale. Torniamo in albergo. Domani porto Alessio a Miami, poi ci si rivede in Italia. È arrivato anche questo giorno!

6 giugno 2011 – La maratona ‘in macchina’ per la Florida

Ci svegliamo verso le 8.30. Il mio primo pensiero è La Quinta di Sanibel, dove eravamo l’altro giorno e dove ho dimenticato le mie cose. Scendiamo a fare colazione. Richiamo alle 10.15 e la reception mi risponde e mi dice che devo richiamare dopo le 10.10. Aspettiamo e richiamo. Alla fine decido che queste 2 ore di macchina in più valgono la mia tranquillità di sapere che le mie cose sono con me e non disperse da qualche parte in America, toccate da chissà chi. Quindi la richiamo e le dico di tenerlo lì che sarei arrivato vero le 2/2.30.

Piano d’azione: accompagno Ale in albergo a Miami e torno verso Sanibel. Facciamo il check-out e ci dirigiamo verso la macchina. Non abbiamo dimenticato nulla stavolta? Alessio si era scordato una cosa in camera. Riprende le chiavi e partiamo.

Il viaggio è andato liscio. 45 minuti di viaggio e alle 11.15 eravamo sulla Collins a Miami. Non avevamo scaricato il nome dell’hotel, ma Alessio quando lo vede mi dice ‘è quello’. Siamo scesi e ho parcheggiato la macchina di fronte al suo hotel Chesterfield.

È arrivato il momento dei saluti. Valigia scaricata. Alessio lascia i bagagli al portiere (fidiamoci bene) e… beh, l’ultima volta che ci vedremo in Florida. ‘Mi raccomando amico, fai buon viaggio e ci rivediamo in Italia tra qualche giorno!’. Un abbraccio prima di salutarsi e io sono di nuovo in macchina direzione Golfo del Messico. L’ipod è quasi scarico, ma lo lascio andare, canzone dopo canzone, tutto ciò che mi ricordava la Florida, i giorni belli, i giorni di sole, i giorni brutti e quelli di pioggia. Quasi senza neanche accorgermene arrivo all’albergo dell’altro giorno. Recupero il tutto: 2.37! Non avrei potuto fare di meglio. Ora è tutto in discesa.

Nel tornare verso Orlando il navigatore si perde un attimo prima di prendere la 4 west e poi dritto fino al Dolphin . Una pausa per frappé da McDonald e a Wallgreen a prendere qualcosa da bere non potevano mancare. Passo Clermont dove abita Mary e prendo la Epcot Resort Boulevard. Lascio questo gioiellino grigio parcheggiato di fronte alla hall…

Alle 7.45 arriva Ambra con il macchinone di David. Volevamo andare a mangiare al posto dei sandwich poi mi ha proposto Sweet Tomatoes. Andata! Abbiamo preso l’insalata, la pizza e il gelato.

Ora si torna da Mary. Domani ultimo giorno…

Categorias:Viaggi

Estratti da un diario… Savannah e Charleston

18 de junho de 2011 Deixe um comentário

31 maggio 2011

Arrivo ai Commons alle 9.50. Alle 10 arriva Ambra. Partiamo per la Georgia. In macchina si parla e si scherza. Lei mi dice ‘brutto’, io le dico che era una smorfiosa. Ci fermiamo in una gas station, avevamo benzina, ma Ambra aveva fame. Io non volevo nulla… avevo appena mangiato 2 fette di brownie al cioccolato. Qualcuno continuava a dirmi che a Savannah avremmo dormito in una specie di motel, mentre a Charleston eravamo in un ostello con 8 persone. Siamo in vacanza… va bene così! La prossima volta però prenoto io caro pasticcino!

Guidiamo per 3 ore per tutta la Florida ed entriamo in Georgia. Il cartello della Georgia è davvero triste. Ci avviciniamo a Savannah. Ambra mi fa notare gli alberi con la polvere… che carina! Ma non è polvere, è una pianta che cresce grazie all’umidità di questi posti e si sviluppa sugli alberi. Una specie di parassita.

Alle 4.30 arriviamo all’hotel. Un country inn poco fuori dal centro. ‘Ma questo non è un motel? Questo è un signor albergo?’ le dico. Mi guarda e sorride ‘Ma io non lo sapevo, pensavo fosse una cosa tipica!’ mi risponde […]

Abbiamo preso una cartina e pronti per il tour. Scopriamo che Savannah è una città di fantasmi, di spiriti e avevano girato anche dei film. Addirittura fuori da un negozio c’erano dei quadretti con dei signori carini e posati che passando si trasformavano in zombi! Io ho già un po’ di paura […]

Arriviamo in centro e ci fermiamo da Panera a prendere qualcosa: io avevo fame. Finito il mio panino comincia la vera scoperta della città. Siamo stati per le vie della città e poi siamo scesi verso il porto. Abbiamo fotografato cannoni e abbiamo visto l’edificio dove si scambiava il cotone. Un tipico stato del sud, la guerra di Secessione… quanti ricordi e quanta storia… beh, direi finalmente! Dopo aver visto un sacco di posti costruiti da un giorno all’altro, qualcosa di un po’ più storico?!

Davanti ai nostri occhi una grande scultura fatta a mondo, l’Italia… dove sarò tra una settimana. […]

Ci incamminiamo verso l’albergo, cominciava a fare buio. Passiamo un paio di posti… Ambra impazzisce: un posto che riprendeva Parigi, con i cartelli delle metro… ma la domanda è: cosa ci fa in centro Savannah? Entriamo in un negozio di una famosa cuoca di Savannah, tutto era firmato con il suo nome. Uscendo vediamo il libro con anche i suoi due figli. A posto! Poi vediamo un caffè, prima di arrivare in albergo. Ambra mi guarda e mi dice ‘Domani veniamo qui a fare colazione!’ io annuisco, ‘Come vuoi tu! Sempre che durante la notte non lo spostino o domani non sia chiuso!’ […]

Con l’aiuto della cartina riusciamo a ritrovare la via dell’hotel… si parla, si ride… domani abbiamo poche ore di macchina, solo 2 per arrivare a Savannah, ma Mrs.Perrotti si era già fatta il piano. ‘Ma non sai neanche dove andiamo?’ mi dice con la faccia da arrabbiata. Qualcuno mi aveva detto di non preoccuparmi che faceva tutto lei. Un sorriso…

1 giugno 2011

Ci siamo svegliati presto. Saranno state le 8.30, le 9 al massimo. Abbiamo cercato di sistemare il tutto. Qualcuno in bagno si stava piastrando i capelli… ma con tutta questa umidità vediamo quanto ti durano!

Impacchettiamo e facciamo check-out. Alla reception una ragazza abbastanza in forma (cicciottella) ci saluta e ci augura una buona giornata. Lasciamo la macchina al parcheggio e ci addentriamo nelle viette del centro. Passiamo il parco con la statua di qualche statista (ora non ricordo chi fosse, ma spesso gli americani costruiscono statue per chiunque) e troviamo quel caffè che Ambra aveva visto ieri. Entriamo e mi prendo un cappuccino e lei un latte con un muffin. Il locale si chiamava Gallery Espresso, molto inspirato a quei barettini/bistro francesi [… ]

Sembrava l’inizio di uno di quei thriller americani. Il signore che entra per chiedere informazioni e si trova in mezzo ad una storia di intrighi, tragedie e grandi misteri… non è successo così. Ad ogni modo, entriamo in questo negozio e chiedo alla commessa il significato della statua della una bimba con due piattini nelle mani che aveva in vetrina. Mi dice che la statua era nel cimitero di Savannah e ora era stata messa nel museo. La statua era diventata famosa perchè parte di una storia vera successa davvero a Savannah e scritta nel libro “Midnight in the Garden of Good and Evil”. […]

Alle 2 eravamo al museo di Hilton Head Island. La signora alla reception ci dà un po’ di spiegazioni sull’isola. Ci fa vedere dove andare e dove sono le cose più interessanti. Riprendiamo la macchina e ci dirigiamo verso l’isola. 2 dollari di qui e 4 di là… certo che costa questa America! Lasciamo la macchina in un parcheggio e ci addentriamo in quelle che sembravano tutti complessi e appartamenti. Alla fine arriviamo in spiaggia: una spiaggia piena di meduse che si stavano sciogliendo al sole… nel vero senso della parola! Qualcuno mi guarda e mi dice ‘Hai visto, al faro i possiamo andare anche a piedi!’, io la guardo e sorrido ‘Come dici tu!’. Quando siamo arrivati alla fine della spiaggia c’erano degli scogli e un cartello con divieto d’accesso. Il mio sguardo diceva: ‘Ma non dovevamo arrivare al faro a piedi?’. […]

Guida tranquilla e alle 7 siamo a Charleston, in questo ostello da 8 persone. Alla fine quando arriviamo scopro non essere un ostello ma un carinissimo bed, no breakfast. Era molto vicino al centro. Unico problema: come entrare! Sul foglio che Ambra aveva c’erano dei codici. Il punto era: dove stava l’entrata. ‘La scaletta nascosta dal glicine…’ diceva il foglio… ma è questo, non dovevamo entrare nella proprietà! Trovata la porta e inserita la combinazione. C’erano due porte, la nostra era quella di destra. […]

2 giugno 2011

Oggi avremmo dovuto andare a Myrtle Island ma alla fine abbiamo deciso di cambiare destinazione: era 2 ore da Charleston e rischiavamo di non vedere la città. Quando mi sono svegliato avevo ancora la gola gonfia e la pallina da ping pong era sempre lì. Ci siamo vestiti e cambiati e siamo andati verso il primo Starbucks che avevamo visto la sera prima… o meglio era il secondo perché era più grande. Io mi sono preso un frappé freddo, magari sgonfia la gola. Ambra un latte e una tortina al limone. Usciti dalla caffetteria siamo passati in mezzo ad una mostra in collaborazione con la provincia di Spoleto. Cosa ci fa Spoleto a Charleston? Ci siamo quindi diretti verso il Visitor Center. […]

Per terra un selciato pieno di chiavi e lucchetti. Passiamo tutto il mercato e andiamo a mangiare. Pranzo a base di pesce. Paghiamo e andiamo a vedere una specie di edificio di fronte… qualcosa con costum! Finito ci spostiamo verso il mercato e andiamo a vedere una chiesa. La signora (che poteva essere la nostra perpetua) ci accoglie faceva ridere: sembrava quelle signore che imparano la solita filastrocca a memoria e la ripetono a tutti quelli che entrano. Ci ha lasciato un piccolo libro di preghiere e noi siamo entrati e ci siamo seduti. Siamo rimasti per circa 20 minuti. […]

Quindi una volta arrivati a casa ci sdraiamo un attimo e  decidiamo che possiamo andare a Folly beach che era una spiaggia qui vicina. Magari riusciamo a vedere il tramonto da lì. Impostiamo sul navigatore e in 10 minuti siamo arrivati. Peccato che non ci sia posto per parcheggiare. Così la lasciamo ad un lato della strada e andiamo a fare un giro. Ambra si prende un gelato che le cola quasi tutto in mano. In fondo un molo che si spinge dentro il mare e dei pescatore a caccia di squaletti. Molto caratteristico. […]

3 giugno 2011

Avevamo tutto pronto e stavamo caricando in macchina quando qualcuno si accorge di aver dimenticato la macchina fotografica nella camera. Le chiavi erano dentro e non avevamo modo di riprenderle. Ambra voleva andare a chiamare i signori, ma era più comodo dire alle persone nell’altra stanza che le aprissero la porta e passare dal corridoio del bagno. Recuperata la macchina e partiti: prossima destinazione Kiawah Island, che Ambra dice di aver letto  essere la seconda spiaggia più romantica degli Stati Uniti… sarà come dice lei! Mai contraddire una donna con una cartina in mano… io invece seguivo il navigatore. […]

Dopo 45 minuti eravamo sull’isola. 7 dollari per entrare alla fine li abbiamo pagati anche qui. Quando arriviamo era ormai le 11.30. Mi sono mangiato il panino che ieri Ambra aveva avanzato e  andiamo a farci ustionare. Io avevo la protezione 15, lei la protezione 50… comunque mi sembrava bella abbronzata! [… ]

Ci mettiamo a parlare di tutto e un po’. Facciamo la foto al cartello della Georgia, ma troppo tardi per quello della Florida. Alle 8 eravamo arrivati ai Commons. Non so se mi lasciano entrare, ma poi Ambra mi dice che ce la faceva a portare la sua valigia. In più le avevo già lasciato il mio regalo… ma le ho detto di non aprirlo che dovevo prima darle il biglietto che era rimasto a casa di Mary.

Ci salutiamo. Ci vediamo lunedì sera. Un bacio amour… ❤

Categorias:Viagens